ISOLA
DELLE FEMMINE IL MINISTRO SCIOGLIE IL CONSIGLIO COMUNALE
Consiglio dei Ministri
n.53
Su
proposta del Ministro dell’interno, il Consiglio dei Ministri ha sciolto
Il
Consiglio Comunale di Isola delle Femmine, dopo l’insediamento della Commissione governativa per l’accesso
agli atti del 26 aprile scorso, viene sciolto per le infiltrazioni della
criminalità organizzata.
Nei
prossimi giorni il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Finalmente Professore ammette che a Isola delle Femmine ci sono i poteri forti.
Le domando: Perchè quando tutti a Isola delle Femmine parlavano di poteri forti che influenzavano la vita amministrativa, LEI si Proprio Lei lo ha sempre negato e anzi è passato alle vie di fatto per esempio minacce e/o querele?
Comunque guardi, oggi di fronte a queste Sue dichiarazioni diciamo "meglio tardi che mai"
Le domando: Perchè quando tutti a Isola delle Femmine parlavano di poteri forti che influenzavano la vita amministrativa, LEI si Proprio Lei lo ha sempre negato e anzi è passato alle vie di fatto per esempio minacce e/o querele?
Comunque guardi, oggi di fronte a queste Sue dichiarazioni diciamo "meglio tardi che mai"
A proposito dell'antenna Wind Shear il mio consiglio è di leggersi bene le risultanze delle inchieste sulla Finmeccanica condotte dal P.M. Paolo Ielo dove l'imprenditore Tommaso Di Lernia rivela ".... la grande manovra a suon di mazzette, pagate per impedire l'installazione dell'impianto dell'azienda americana concorrente di Selex.... Il Liddar è un radar prodotto dalla Lockheed Martin che copre il 92 per cento dei rischi legati a eventi atmosferici come pioggia, venti, nebbia, sabbia. Se fosse stato installato all'aeroporto Falcone-Borsellino, sarebbe stato in grado di controllare il fenomeno del windshear".
Immagino la Sua domanda: "Perché non è stato installato?"
La risposta Signor Portobello Gaspare la trova sempre nelle carte dell'inchiesta: "Perché non vi era uno specifico interesse di Selex a installare quel tipo di radar, visto che non lo produceva, e per evitare che anche gli altri aeroporti ponessero il problema di avere analogo sistema".
Signor Portobello Gaspare adessoi le è chiaro che NESSUNO ma proprio NESSUNO aveva intenzione di mettere l'antenna Wind Shear a Isola delle Femmine.
Immagino la Sua domanda: "Perché non è stato installato?"
La risposta Signor Portobello Gaspare la trova sempre nelle carte dell'inchiesta: "Perché non vi era uno specifico interesse di Selex a installare quel tipo di radar, visto che non lo produceva, e per evitare che anche gli altri aeroporti ponessero il problema di avere analogo sistema".
Signor Portobello Gaspare adessoi le è chiaro che NESSUNO ma proprio NESSUNO aveva intenzione di mettere l'antenna Wind Shear a Isola delle Femmine.
Tutti noi del Comitato NO RADAR ci siamo prestati inconsapevolmente al gioco della Selex ed abbiamo costruito un movimento che "ostacolasse" una NON installazione.
Signor Portobello, ora che ha del tempo libero si legga bene le carte dell'inchiesta Finmecanica.
I Cittadini di Isola delle Femmine non hanno comunque dimenticato la sua missiva del gennaio del 2006 con cui dava la sua autorizzazione all'utilizzo dell'area (ex caserma NATO) da parte dell'ENAV.
I Cittadini di Isola delle Femmine non hanno comunque dimenticato la sua missiva del gennaio del 2006 con cui dava la sua autorizzazione all'utilizzo dell'area (ex caserma NATO) da parte dell'ENAV.
Signor Gaspare Portobello, I cittadini di isola delle Femmine non hanno dimenticato il Suo incontro del 28 dicembre 2008 presso Uffici della Presidenza della Regione Sicilia con l'allora Presidente Cuffaro dove ancora una volta si è dichiarato disponibile alla installazione dell'antenna radar.
Lo so!
Erano tempi duri la disoccupazione era alle stelle e vi era la possibilità di tre posti di lavoro!
Nevvero?
Erano tempi duri la disoccupazione era alle stelle e vi era la possibilità di tre posti di lavoro!
Nevvero?
Mi permetta un'ultima annotazione a proposito della sua adesione alla causa del NO RADAR a Isola delle Femmine.
Ricorda!
Noi del Comitato Cittadino Isola Pulita abbiamo dovuto tirarvi dentro TUTTI TUTTI ma dico proprio TUTTI per i capelli, per aderire alle varie iniziative del Comitato No Radar!
Per il resto Le conviene EFFETTIVAMENTE attendere il decreto ministeriale che in maniera precisa circostanziata puntigliosa calendarizzata permetterà a Lei e a tutti i componenti del Suo Gruppo Politico di conoscere nella loro sequenzialità fatti avvenimenti persone che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale.
Mi creda non sto di certo parlando delle conseguenze o eventuali reati commessi, non sono di certo di mia competenza ma certamente della Magistratura SI!
Mi creda non sto di certo parlando delle conseguenze o eventuali reati commessi, non sono di certo di mia competenza ma certamente della Magistratura SI!
Quindi Signor Portobello, si segga, si metta comodo e cerchi di trovare in Lei la forza necessaria per esprimere il rispetto verso le ISTITUZIONI, non vi è stato ad Isola delle Femmine alcun colpo di Stato contro di LEI.
Si Signor Portobello vi è stato un colpo di Stato:
e ora dorma tranquillo Signor Gaspare Portobello e non si senta preoccupato circa: "Non vorrei ritrovarmi un'antenna radar per il controllo del wind share piazzata vicino casa"
Si Signor Portobello vi è stato un colpo di Stato:
- contro la illegalità diffusa in ogni ambito sociale della vita isolana;
- contro la mancanza di rispetto delle regole;
- contro le montagne di munnezza che quotidianamente stazionano sulle strade e piazze di Isola delle Femmine;
- contro l'aumento esorbitante dei tributi locali finalizzati a "far cassa";
- contro la discriminazione perpetrata in maniera scientifica contro i dipendenti comunali;
- contro la mancata attenzione verso la grande mole di evasione dei tributi locali (tarsu,imu,tosap ecc.....)
- contro la mancata verifica sulla veridicità delle dichiarazioni dei tributi;
- contro il saccheggio urbanistico del territorio;
- contro le disparità di trattatamento nell'erogazione dei servizi;
- contro i privilegi per alcuni;
- contro il mercimonio dei voti;
- contro la criminalità organizzata e tutto ciò che ostacola e blocca un'intera economia;
e ora dorma tranquillo Signor Gaspare Portobello e non si senta preoccupato circa: "Non vorrei ritrovarmi un'antenna radar per il controllo del wind share piazzata vicino casa"
Con rispetto
Pino Ciampolillo
Isola delle Femmine, Comune sciolto per mafia
IL CAPOMAFIA di Isola delle Femmine, Pietro Bruno, uno dei fedelissimi di
Salvatore Lo Piccolo, poteva contare su buone entrature all' interno del
municipio. Soprattutto per ottenere comode concessioni edilizie.
Le indagini dei
carabinieri della Compagnia di Carini avevano fatto scattare, ad aprile, una
verifica della prefettura: ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri ha deciso
lo scioglimento del Consiglio comunale di Isola delle femmine, per infiltrazioni
mafiose.
Decade anche la giunta di centrosinistra presieduta da Gaspare
Portobello. Il governo non ha avuto dubbi, accogliendo del tutto la proposta del
ministro dell' Interno Anna Maria Cancellieri, che si fondava sui risultati
dell' ispezione avviata dalla prefettura di Palermo.
Il caso era nato nel 2009,
con le denunce dei consiglieri di "Rinascita isolana", la minoranza in Consiglio
comunale guidata dall' ex sindaco Stefano Bologna: venivano chieste le
dimissioni dell' assessore Marcello Cutino, per una parentela scomoda, ma non
solo per quella. La moglie di Cutino è parente del boss Pietro Bruno, arrestato
nell' operazione "Addiopizzo 5".
L' opposizione denunciava gli interessi di
Bruno in una società impegnata a lottizzare un grosso terreno di Capaci. I
carabinieri hanno così iniziato un lavoro certosino per ricostruire le ultime
frequentazioni e soprattutto gli affari del boss: è emerso che due persone a lui
vicine avevano ottenuto in tempi veloci due concessioni edilizie dal Comune di
Isola delle Femmine: per uno dei cantieri, dove era prevista la realizzazione di
tre ville, il progettista era un ex assessore poi nominato dal sindaco
Portobello consulente in materia di «vivibilità urbana e piani strategici
territoriali».
Nel febbraio del 2011 il dipartimento regionale dell' Urbanistica
ha stabilito che la «concessione edilizia risulta essere stata rilasciata
illegittimamente». Nella corposa informativa predisposta dal comando provinciale
dei carabinieri ci sono le storie di altre strane concessioni o sanatorie.
Dice
Pino Ciampolillo, dell' associazione "Isola pulita", uno dei primia denunciare
strane presenze in Consiglio comunale: «Adesso tutte le persone di buona volontà
dovranno stringersi attorno ai commissari inviati dal governo.
La situazione di
Isola è drammatica, soprattutto per la gestione del territorio. Uno dei primi
provvedimenti della nuova gestione dovrà essere un deciso rinnovamento all'
ufficio tecnico comunale».
Il sindaco Portobello si difende: «Siamo di fronte a
un attacco politico, noi la mafia l' abbiamo sempre combattuta».E annuncia che
farà ricorso contro il provvedimento del Consiglio dei ministri. Il rapporto dei
carabinieri è finito anche in Procura, ed è all' attenzione del pm Francesco Del
Bene, che indaga sulle cosche della zona occidentale di Palermo: i boss
Salvatore e Sandro Lo Piccolo sono in carcere, ma alcuni dei loro fedelissimi
restano ancora molto attivi. Proprio uno dei pizzini trovati ai Lo Piccolo nel
2007 faceva riferimento a grossi lavori a Isola delle Femmine.
Pietro Bruno non
era davvero l' ultimo arrivato: è uno degli vecchi di Cosa nostra, un tempo era
legato addirittura al capomafia di Cinisi Gaetano Badalamenti. Poi, come tanti
altri mafiosi imprenditori, aveva abbandonato il boss perdente per passare con
Riina e Provenzano.
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RELAZIONE COMMISSIONE ANTIMAFIA
decreto sequestro COPACABANA POMIERO
BILLECI BRUNO VASSALLO BADALAMENTI …
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RELAZIONE COMMISSIONE ANTIMAFIA
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IL PROFESSORE NELLA SEDUTA
DEL CONSIGLIO COMUNALE DICHIARA: “…Giova ricordare, peraltro,
che il personaggio proprietario del bene confiscato, in occasione delle scorse
elezioni politiche sosteneva il candidato della lista “Rinascita Isolana”
Rosario Rappa.” DELIBERA C.C. N.52.pdf (13 kb) Consiglio
Comunale 28 settembre 2009
Quindi il
PROFESSORE ammette esplicitamente ed in modo INEQUIVOCABILE che le elezioni
amministrative del 2009 sono state INQUINATE.
PROFESSORE non può trovare in questa Sua dichiarazione una motivazione della NOMINA della Commissione Governativa di accesso agli atti?
Professore a cosa si riferisce quando parla di invidia nei Suoi confronti, ma soprattutto chi è invidioso di Lei?
E poi
perché questa invidia?
Lei PROFESSORE pensa veramente che una Commissione Governativa Ispettiva possa muoversi soltanto per sentito dire?
O per
“beghe di paese” ?
Oppure
per soddisfare la sete di vendetta di
qualcuno che vuole fare il Sindaco per tutta la vita?
Caro Signor Sindaco PROFESSORE Gaspare Portobello un consiglio!
Almeno
Lei, nel ruolo imparziale di SINDACO, mostri
nei confronti dei componenti della Commissione Ispettiva del
Governo RISPETTO.
RISPETTO per la responsabilità l’impegno e l’abnegazione di chi è deputato a svolgere un ruolo di GARANZIA e di TUTORE DELLA LEGALITA’.
RISPETTO verso chi e’ stato delegato ad esercitare un diritto-dovere di controllo, e di tutela della trasparenza e della legalità
PROFESSORE Portobello per favore, non si fermi a guardare il dito che indica la luna (ovvero la persona che secondo Lei è invidiosa)
Guardi invece
PROFESSORE da ultimo una domanda prima che presenti le sue dimissioni: Perché gli amministratori sospettati di collusione con la mafia possono concorrere alle elezioni?
Infiltrazioni mafiose a Isola delle femmine: sciolto il comune
Il Comune di Isola delle Femmine è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri su proposta del responsabile del dicastero dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. Decade, dunque, il consiglio comunale del centro marinaro in provincia di Palermo e la giunta guidata dal sindaco Gaspare Portobello. Stessa sorte recentemente era toccata ai comuni di Salemi e Racalmuto.
Gli ispettori inviati dalla Prefettura per mesi hanno spulciato deliberi e atti dell'amministrazione comunale di Isola. L'obiettivo era rispondere alla domanda delle domande: la mafia si è davvero infiltrata in Comune? La riposta, stando alla decisione di Roma, è sì. Il sindaco, ormai ex, Gaspare Portobello e la maggioranza che lo sosteneva avevano accolto con favore l'ispezione. Erano certi che sarebbe servita a fare chiarezza. Non è andata così.
Cosa ha scatenato il terremoto nel centro marinaro a pochi chilometri da Palermo? Tutto inizia nell'agosto del 2009, quando i consiglieri di Rinascita Isolana - la minoranza in Consiglio guidata dall'ex sindaco Stefano Bologna - si appellano al codice etico contro la mafia, approvato tre anni prima, per chiedere le dimissioni dell'assessore Marcello Cutino e la revoca dell'incarico di consulente al geometra Giovanni Impastato. Cutino ha acquisito una parentela scomoda. La moglie, infatti, è nipote di Pietro Bruno, personaggio noto alle cronache giudiziarie. Già condannato per mafia, di lui si è tornato a parlare nel 2010. Il suo nome era nell'elenco degli arrestati dell'operazione Addio Pizzo 5. L'ipotesi, suffragata dal racconto di tre pentiti, è che sia il capo del clan mafioso locale.
Bruno, dunque, secondo gli investigatori, sarebbe tornato in gioco dopo che in passato era stato legato al vecchio padrino Gaetano Badalamenti. Riavvolgendo il nastro del tempo fino agli anni Ottanta si scopre che sulle ceneri di un'impresa dei Badalamenti era nata la Copacabana spa. Una società, poi confiscata, di cui faceva parte lo stesso Bruno, e creata ad hoc per lottizzare un grosso terreno a Capaci. Tra i soci c'era pure Giuseppe Pomiero, un cognome da tenere bene in mente. In paese c'è chi è convinto, infatti, che la famiglia Pomiero abbia sostenuto, nel giugno 2009, la campagna elettorale di Portobello e del nipote di Pomiero, Salvatore Palazzotto, poi nominato vice sindaco. Lo stesso giorno del sequestro della Copacabana i sigilli furono apposti anche ad alcuni beni di proprietà di Giuseppe Vassallo, figlio di Vincenzo, indicato come il capomafia di Capaci. Altro cognome da sottolineare.
Le famiglie Vassallo e Pomiero sono le beneficiarie di due concessioni edilizie rilasciate dal Comune il 14 maggio 2009. L'opposizione tuona: "Legalità e trasparenza avrebbero dovuto consigliare di rinviare l'atto amministrativo caduto sotto elezioni". Non casualmente, sostengono quelli di Rinascita Isolana.
La concessione edilizia rilasciata in favore della "Sorelle Pomiero snc di Pomiero Maria Grazia" dà il via libera alla costruzione di tre ville su un terreno di 2.000 metri quadrati. Il progettista dei lavori è Giovanni Impastato, ex assessore e nominato nel luglio 2009 consulente del sindaco Portobello in materia di "Vivibilità urbana e piani strategici territoriali". Nel febbraio 2011 il dipartimento regionale dell'Urbanistica stabilisce che "la concessione edilizia risulta essere stata rilasciata illegittimamente".
Altra vicenda. Nel novembre 2009 i carabinieri del Ros sequestrano una sfilza di beni riconducibili, secondo l'accusa, al clan mafioso Madonia-Di Trapani di Resuttana. Tra i beni ci sono case e capannoni in via Passaggio del Coniglio a Isola. Una circostanza che obbliga ad andare di nuovo indietro nel tempo. Il 9 maggio 2008 all'ufficio tecnico comunale arriva una richiesta di sanatoria edilizia per un capannone. Non uno qualunque, ma quello che ricade al civico 6 di Passaggio del Coniglio. Alla domanda viene allegata un'autocertificazione in cui Massimiliano, Pietro e Mario D'Arpa e Vincenza Collura dichiarano di avere ricevuto il bene in eredità da Vincenzo D'Arpa. Uno degli eredi è parente di Sandro D'Arpa, responsabile dell'ufficio tecnico comunale. Il conflitto di interessi è evidente tanto che alla fine è un responsabile pro tempore dell'ufficio nominato dal sindaco a rilasciare la concessione per l'ampliamento.
L'opposizione dà battaglia in Consiglio e chiede chiarimenti al primo cittadino. Il 16 aprile 2010 sempre i D'Arpa di ottengono una nuova concessione edilizia. Un mese dopo, però, il Comune scopre che in realtà l'erede legittimo è un altro e che il capannone è fra i beni sequestrati dal Ros. Da qui l'annullamento di tutti gli atti amministrativi.
Infine c'è il capitolo Elauto. In un pizzino di quelli trovati al boss di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, nel covo di Giardinello, si faceva riferimento ad alcuni lavori in corso a Isola delle Femmine. Il pentito Gaspare Pulizzi spiegò che si trattava dell'impresa Almeyda che stava costruendo i capannoni della Bmw. Aggiunse che i lavori di scavo erano affidati "ai mezzi di Nino Pipitone e Giuseppe Di Maggio, figlio di Lorenzo Di Maggio di Torretta, e che si erano messi a posto con la famiglia mafiosa di Torretta". Gli interessi del clan mafioso hanno facilitato il rilascio della concessione edilizia? Una concessione che, secondo l'opposizione, non ha tenuto conto che il capannone ricade in una zona a rischio idrogeologico.
Isola delle Femmine Comune sciolto per mafia
Venerdì 09 Novembre 2012 - 18:13 di Riccardo Lo Verso
Azzerati il Consiglio e la giunta del centro marinaro in provincia di
Palermo. Delibere e concessioni dietro i sospetti di infiltrazioni mafiose.
Ricostruiamo gli intrecci che hanno portato allo scioglimento.
ROMA - Il Comune di Isola delle Femmine è stato
sciolto per infiltrazioni mafiose. Lo ha deciso il Consiglio dei
ministri su proposta del responsabile del dicastero dell'Interno, Anna Maria
Cancellieri. Decade, dunque, il consiglio comunale del centro marinaro in
provincia di Palermo e la giunta guidata dal sindaco Gaspare Portobello. Stessa
sorte recentemente era toccata ai comuni di Salemi e
Racalmuto.
Gli ispettori inviati dalla
Prefettura per mesi hanno spulciato deliberi e atti
dell'amministrazione comunale di Isola. L'obiettivo era rispondere alla domanda
delle domande: la mafia si è davvero infiltrata in Comune? La riposta, stando
alla decisione di Roma, è sì. Il sindaco, ormai ex, Gaspare Portobello e la
maggioranza che lo sosteneva avevano accolto con favore l'ispezione. Erano certi
che sarebbe servita a fare chiarezza. Non è andata così.
Cosa ha
scatenato il terremoto nel centro marinaro a pochi chilometri da
Palermo? Tutto inizia nell'agosto del 2009, quando i consiglieri di Rinascita
Isolana - la minoranza in Consiglio guidata dall'ex sindaco Stefano Bologna - si
appellano al codice etico contro la mafia, approvato tre anni prima, per
chiedere le dimissioni dell'assessore Marcello Cutino e la revoca dell'incarico
di consulente al geometra Giovanni Impastato. Cutino ha acquisito una parentela
scomoda. La moglie, infatti, è nipote di Pietro Bruno, personaggio noto alle
cronache giudiziarie. Già condannato per mafia, di lui si è tornato a parlare
nel 2010. Il suo nome era nell'elenco degli arrestati dell'operazione Addio
Pizzo 5. L'ipotesi, suffragata dal racconto di tre pentiti, è che sia il capo
del clan mafioso locale.
Bruno, dunque, secondo gli
investigatori, sarebbe tornato in gioco dopo che in passato era stato
legato al vecchio padrino Gaetano Badalamenti. Riavvolgendo il nastro del tempo
fino agli anni Ottanta si scopre che sulle ceneri di un'impresa dei Badalamenti
era nata la Copacabana spa. Una società, poi confiscata, di cui faceva parte lo
stesso Bruno, e creata ad hoc per lottizzare un grosso terreno a Capaci. Tra i
soci c'era pure Giuseppe Pomiero, un cognome da tenere bene in mente. In paese
c'è chi è convinto, infatti, che la famiglia Pomiero abbia sostenuto, nel giugno
2009, la campagna elettorale di Portobello e del nipote di Pomiero, Salvatore
Palazzotto, poi nominato vice sindaco. Lo stesso giorno del sequestro della
Copacabana i sigilli furono apposti anche ad alcuni beni di proprietà di
Giuseppe Vassallo, figlio di Vincenzo, indicato come il capomafia di Capaci.
Altro cognome da sottolineare.
Le famiglie Vassallo e
Pomiero sono le beneficiarie di due concessioni edilizie rilasciate dal
Comune il 14 maggio 2009. L'opposizione tuona: “Legalità e trasparenza avrebbero
dovuto consigliare di rinviare l'atto amministrativo caduto sotto elezioni”. Non
casualmente, sostengono quelli di Rinascita Isolana. La concessione edilizia
rilasciata in favore della “Sorelle Pomiero snc di Pomiero Maria Grazia” dà il
via libera alla costruzione di tre ville su un terreno di 2.000 metri quadrati.
Il progettista dei lavori è Giovanni Impastato, ex assessore e nominato nel
luglio 2009 consulente del sindaco Portobello in materia di “Vivibilità urbana e
piani strategici territoriali”. Nel febbraio 2011 il dipartimento regionale
dell'Urbanistica stabilisce che “la concessione edilizia risulta essere stata
rilasciata illegittimamente”.
Altra vicenda. Nel novembre
2009 i carabinieri del Ros sequestrano una sfilza di beni
riconducibili, secondo l'accusa, al clan mafioso Madonia-Di Trapani di
Resuttana. Tra i beni ci sono case e capannoni in via Passaggio del Coniglio a
Isola. Una circostanza che obbliga ad andare di nuovo indietro nel tempo. Il 9
maggio 2008 all'ufficio tecnico comunale arriva una richiesta di sanatoria
edilizia per un capannone. Non uno qualunque, ma quello che ricade al civico 6
di Passaggio del Coniglio. Alla domanda viene allegata un'autocertificazione in
cui Massimiliano, Pietro e Mario D'Arpa e Vincenza Collura dichiarano di avere
ricevuto il bene in eredità da Vincenzo D'Arpa. Uno degli eredi è parente di
Sandro D'Arpa, responsabile dell'ufficio tecnico comunale. Il conflitto di
interessi è evidente tanto che alla fine è un responsabile pro tempore
dell'ufficio nominato dal sindaco a rilasciare la concessione per
l'ampliamento.
L'opposizione dà battaglia in Consiglio e
chiede chiarimenti al primo cittadino. Il 16 aprile 2010 sempre i D'Arpa di
ottengono una nuova concessione edilizia. Un mese dopo, però, il Comune scopre
che in realtà l'erede legittimo è un altro e che il capannone è fra i beni
sequestrati dal Ros. Da qui l'annullamento di tutti gli atti
amministrativi.
Infine c'è il capitolo Elauto. In un
pizzino di quelli trovati al boss di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, nel covo
di Giardinello, si faceva riferimento ad alcuni lavori in corso a Isola delle
Femmine. Il pentito Gaspare Pulizzi spiegò che si trattava dell'impresa Almeyda
che stava costruendo i capannoni della Bmw. Aggiunse che i lavori di scavo erano
affidati “ai mezzi di Nino Pipitone e Giuseppe Di Maggio, figlio di Lorenzo Di
Maggio di Torretta, e che si erano messi a posto con la famiglia mafiosa di
Torretta”. Gli interessi del clan mafioso hanno facilitato il rilascio della
concessione edilizia? Una concessione che, secondo l'opposizione, non ha tenuto
conto che il capannone ricade in una zona a rischio
idrogeologico.
"S" lo aveva anticipato: tutte le carte dello scontro
Venerdì 09 Novembre 2012 - 19:51 di Riccardo Lo Verso
L'ex sindaco di Isola delle Femmine si difende. Farà ricorso contro quello che definisce un "attacco politico. Io la mafia l'ho sempre combattuta".
PALERMO - Gaspare Portobello ha appena ricevuto la notizia. Da oggi il suo nome sarà legato ad un'amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose. Un fardello pesante che non intende accollarsi. Annuncia che farà ricorso contro quello che ha sempre definito un "attacco politico". Oggi aggiunge carne al fuoco. Ipotizza, infatti, che contro di lui si siano mossi "i poteri forti".
Sindaco, o meglio ex sindaco...?Era prevedibile.
Qual è il suo stato d'animo?
Sono amareggiato e preoccupato.
Preoccupato?
Non vorrei ritrovarmi un'antenna radar per il controllo del wind share piazzata vicino casa. Ci siamo battuti per non farla piazzare.
Scusi, ma che c'entrano l'antenna e il pericoloso vento dell'aeroporto di Palermo?
Glielo ripeto. Ci siamo battuti contro i rischi per la salute dei cittadini e ho il sospetto che i poteri forti che volevano l'antenna abbiano contribuiti a farmi cadere. Ci sono grandi nomi in ballo. Sono sospetti, però, e non posso aggiungere altro.
La mafia allora non c'entra?
Ho sempre agito contro la criminalità. Non c'è un solo atto da cui emerga il contrario. Quando sono arrivati gli ispettori ho deciso di restare al mio posto per potermi difendere.
E ora?
Ora aspetto il provvedimento e lo impugnerò. Non mi interessa essere reintegrato, anche perché il mio secondo mandato stava per scadere. Voglio difendere la mia immagine e quella dell'amministrazione che ho guidato.
Tra gli intrecci venuti a galla ci sarebbe la parentela tra un assessore della sua giunta, Marcello Cutino, e il mafioso Pietro Bruno. Anche in questo caso la mafia non c'entra?
Le ripeto quello che le ho già detto alcuni mesi fa (il riferimento è all'inchiesta pubblicata dal mensile S sul caso Isola delle Femmine ndr). Sono parenti di terzo grado. Non si salutano nemmeno.
E la vicenda della concessione alle sorelle Pomiero?
“Il lotto ricadeva nel parco urbano ed è stato il gruppo di Bologna a cambiare la destinazione d'uso. Noi in Consiglio abbiamo votato contro”.
E la questione Elauto?
“Siamo stati noi a fare abbattere una cisterna che ricadeva in una zona vincolata a verde pubblico. Glielo ripeto: non ho mai fatto favori a nessuno. Figuriamoci alla mafia che ho sempre combattuto. Scusi, sono stato io a volere che il Comune di costituisse parte civile nel processo Addio Pizzo contro i mafiosi della zona. Ci hanno riconosciuto un risarcimento danni di 50 mila euro. Lei ha mai visto uno che fa favori alla mafia e poi gli chiede i danni?
Ultima modifica: 09 Novembre ore 20:26

Sciolto il Comune di Isola delle Femmine per mafia
La decisione del Consiglio dei Ministri su richiesta del Min. Cancellieri
Il Consiglio dei Ministri ha deliberato nella seduta di oggi, lo
scioglimento del comune palermitano di Isola delle Femmine per infiltrazioni
mafiose. La richiesta del Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri è stata
dunque accolta, e ora la delibera attende solo la conferma da parte del
presidente della Repubblica per l’archiviazione.
Cancellato, dunque, consiglio e amministrazione di Gaspare Portobello,
eletto tra le polemiche nel giugno del 2009 e che da allora ha dovuto rispondere
a diverse voci poi tradotte in atti giudiziari che ne hanno delineato rapporti
con personaggi di dubbia fama. Si è conclusa l’opera degli ispettori della
Prefettura che mesi fa erano entrati in possesso della documentazione
amministrativa legata all’amministrazione del professore isolano, sempre
dichiaratosi certo dell’assoluta estraneità ai fatti che gli venivano
imputati.
La miccia, che poi ha portato alla deflagrazione del consiglio comunale
isolano, era partita nell’estate del 2009, con l’opposizione composta dal
partito di Rinascita Isolana che si era appellata al codice etico contro la
mafia e che aveva richiesto per questo le dimissioni di Marcello Cutino,
Assessore all'Igiene Ambientale, Arredo Urbano e Politiche Giovanili della
giunta Portobello.
Richiesta formalizzata in seguito ad alcune concessioni edilizie
rilasciate nel maggio dello stesso anno alle famiglie Vassallo e Pomiero, i
primi parenti di Giuseppe Vassallo considerato capomafia di Capaci e i secondi
soci nella Copacabana spa, impresa creata con lo scopo di lottizzare terreni a
Capaci e detenuta da Pietro Bruno, condannato per mafia nell’operazione Addio
Pizzo 5, imparentato proprio con la moglie dell’assessore Cutino.
Tra le altre cose, quella campagna elettorale che portò alla rielezione
di Gaspare Portobello pare fosse stata sostenuta attivamente proprio da Giuseppe
Pomiero, socio della Cocabana, società nata dalla costola di un’altra impresa di
proprietà di Gaetano Badalamenti. Il nipote di Pomiero, Salvatore Palazzotto,
poi fu eletto e divenne vicesindaco accanto a Portobello. La concessione
edilizia da 2000 metri quadri su cui nascevano tre ville di cui usufruì la snc
Sorelle Pomiero venne però poi revocata dal dipartimento regionale
dell'Urbanistica che la definì “rilasciata illegittimamente”.
Seguirono altre concessioni edilizie da parte dell’ufficio tecnico
comunale nell’aprile 2010 in favore della famiglia D’Arpa, che già nel 2008 le
aveva ricevute dall’allora responsabile dell’Ufficio tecnico imparentato proprio
con i D’Arpa. Da qui arrivarono sequestri su sequestri da parte dei carabinieri.
Ultima in ordine di tempo la vicenda Elauto, menzionata in uno dei pizzini
trovati nel covo del boss di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, poi confermate
da Gaspare Pulizzi, pentito che chiarì come quei lavori in corso a Isola fossero
riconducibili alla famiglia mafiosa di Torretta.
di Lorenzo Anfuso
http://www.ctsnotizie.it/news/27706/sciolto-il-comune-di-isola-delle-femmine-per-mafia
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/21:21-21:21/4254013Mafia: Caputo (Pdl), allarmante scioglimento Consiglio comunale Isola delle Femmine
Palermo, 9 nov. -
(Adnkronos) - ''La decisione del Consiglio dei Ministri di sciogliere il
Consiglio comunale di Isola delle Femmine e' un fatto che allarma e preoccupa
perche' evidenza il pericolo della recrudescenza del fenomeno mafioso in
Sicilia. Si tratta di un provvedimento che segue quello di altri comuni
siciliani come Misilmeri per non parlare di quanto sta accadendo a Polizzi
Generosa o a Cerda''. A dichiararlo e' Salvino Caputo (Pdl), commentando la
decisione del CdM che oggi ha decretato lo scioglimento del Consiglio comunale
del comune del palermitano per infiltrazioni della criminalita' organizzata.
''E' una situazione che preoccupa - continua - perche' vi e' il timore che Cosa
Nostra possa riorganizzarsi e cercare di controllare non solo l'economia del
territorio ma anche le Pubbliche Amministrazioni - conclude Caputo - utilizzando
propri uomini o fiancheggiatori per coltivare interessi illeciti''.
(09 novembre 2012 ore 21.32)
Isola delle Femmine, l'EX Sindaco Portobello annuncia ricorso
Sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Isola delle Femmine. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri su proposta del responsabile del dicastero dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.
Decade, dunque, il consiglio comunale della cittadina marinara e la giunta guidata dal sindaco Gaspare Portobello. Gli ispettori inviati dalla Prefettura per mesi hanno passato a setaccio delibere e atti dell’amministrazione comunale di Isola.
Mentre all’indomani dell’accesso ispettivo l’opposizione consiliare si dimise in toto, l’ormai ex sindaco Gaspare Portobello e la maggioranza che lo sosteneva, avevano accolto con favore l’ispezione. Erano certi che sarebbe servita a fare chiarezza.
Ma non è andata così. Adesso, Portobello annuncia ricorso contro quello che ha sempre definito un vile attacco politico, poiché non intende accollarsi una zavorra così pesante.
“Sono amareggiato e deluso – afferma Portobello, evidentemente l’essermi opposto a far piazzare un’antenna radar per il controllo del wind share nel mio paese, ha avuto un prezzo”. E’ questa la chiave di lettura sulla decisione del Consiglio dei Ministri che Portobello esprime a caldo: “ ho il sospetto – dice – che i poteri forti che volevano l’impianto abbiano contribuito a questo esito. So di certo – prosegue Portobello – di avere sempre agito contro la criminalità.
Non c’è un solo atto da cui emerga il contrario. Da quando sono sindaco – dice – non abbiamo approvato una sola lottizzazione, né votato cambi di destinazioni d’uso. Abbiamo detto no a tutte le cooperative che si sono presentate con progetti di edilizia agevolata.
Quando sono arrivati gli ispettori – continua l’ex primo cittadino di Isola delle Femmine – ho deciso di restare al mio posto per potermi difendere. Ora aspetto il provvedimento del Consiglio dei Ministri e lo impugnerò. Non mi interessa essere reintegrato, anche perché il mio secondo mandato stava per scadere. Voglio difendere la mia immagine e quella dell’amministrazione che ho guidato.
La scadenza naturale del mandato elettorale di Gaspare Portobello doveva essere nel 2014. Con il provvedimento di scioglimento, ad Isola non si potrà tornare alle urne, almeno per i prossimi 18 mesi; adesso si attende la nomina dei Commissari prefettizi che guideranno il paese, fino al 2015, se non di più, nel caso in cui il Consiglio dei Ministri possa decidere di prorogare ulteriormente il periodo di commissariamento. Si prevedono tempi ancora più duri per il sindaco rimosso e per la sua maggioranza, poiché da oggi i loro nomi verranno associati allo scioglimento degli organi amministrativi locali per infiltrazioni mafiose. Non sarà semplice scrollarsi di dosso questo pesante fardello, ma è un loro diritto cercare di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, principalmente per una questione morale. “Non ho mai fatto favori a nessuno incalza Gaspare Portobello – figuriamoci alla mafia che ho sempre combattuto. Sono stato io a volere che il Comune di costituisse parte civile nel processo Addio Pizzo contro i mafiosi della zona. Ci hanno riconosciuto un risarcimento danni di 50 mila euro. Avete mai visto uno che fa favori alla mafia e poi gli chiede i danni”?
Tutto ha avuto inizio nell’agosto del 2009, quando i consiglieri di Rinascita Isolana – la minoranza in Consiglio coordinata dall’ex sindaco Stefano Bologna – si appellano al codice etico contro la mafia, approvato tre anni prima, per chiedere le dimissioni dell’assessore Marcello Cutino e la revoca dell’incarico di consulente al geometra Giovanni Impastato.
Cutino ha acquisito una parentela scomoda. La moglie, infatti, è nipote di Pietro Bruno, personaggio noto alle cronache giudiziarie. A riguardo Portobello ha sempre dichiarato che Bruno e Cutino sono parenti di terzo grado e che non si salutano nemmeno. Bruno, secondo gli investigatori, negli anni Ottanta, sulle ceneri di un’impresa dell’allora boss di Cinisi Gaetano Badalamenti a cui era legato, fondò la Copacabana spa, una società, poi confiscata, creata ad hoc per lottizzare un grosso terreno a Capaci.
Tra i soci c’era pure Giuseppe Pomiero. In paese c’è chi è convinto, infatti, che la famiglia Pomiero abbia sostenuto, nel giugno 2009, la campagna elettorale di Portobello e del nipote di Pomiero, Salvatore Palazzotto, poi nominato vice sindaco.
La famiglia Pomiero sarebbe stata beneficiaria di una concessione edilizia rilasciata dal Comune il 14 maggio 2009 per dare il via libera alla costruzione di tre ville su un terreno di 2.000 metri quadrati. Il progettista dei lavori è Giovanni Impastato, ex assessore e nominato nel luglio 2009 consulente del sindaco Portobello in materia di “Vivibilità urbana e piani strategici territoriali”.
Nel febbraio 2011 il dipartimento regionale dell’Urbanistica stabilisce che “la concessione edilizia risulta essere stata rilasciata illegittimamente”. In merito, per Gaspare Portobello, il lotto ricadeva nel parco urbano e sarebbe stato il gruppo di Stefano Bologna – ha dichiarato – a cambiare la destinazione d’uso, noi – aggiunge – in Consiglio Comunale abbiamo votato contro e le carte parlano chiaro”.
Ufficiosamente – conclude Gaspare Portobello – i fatti contestati, anche se ancora non ho in mano le motivazioni del provvedimento che intendo impugnare, riguarderebbero periodi precedenti alla mia carica di sindaco.
Che nessuno pensi di avermi distrutto, ho la coscienza a posto e posso continuare a camminare a testa alta nel mio paese. La verità verrà presto a galla. Una cosa è certa, per tutelare la mia famiglia e il futuro dei miei figli, non tornerò mai più in politica. Spendersi per la propria collettività non sempre paga.
Finalmente Professore ammette che a Isola delle Femmine ci sono i poteri forti.
Le domando: Perchè quando tutti a Isola delle Femmine parlavano di poteri forti che influenzavano la vita amministrativa, LEI si Proprio Lei lo ha sempre negato e anzi è passato alle vie di fatto per esempio minacce e/o querele?
Comunque guardi, oggi di fronte a queste Sue dichiarazioni diciamo "meglio tardi che mai"
Le domando: Perchè quando tutti a Isola delle Femmine parlavano di poteri forti che influenzavano la vita amministrativa, LEI si Proprio Lei lo ha sempre negato e anzi è passato alle vie di fatto per esempio minacce e/o querele?
Comunque guardi, oggi di fronte a queste Sue dichiarazioni diciamo "meglio tardi che mai"
A proposito dell'antenna Wind Shear il mio consiglio è di leggersi bene le risultanze delle inchieste sulla Finmeccanica condotte dal P.M. Paolo Ielo dove l'imprenditore Tommaso Di Lernia rivela ".... la grande manovra a suon di mazzette, pagate per impedire l'installazione
dell'impianto dell'azienda americana concorrente di Selex.... Il Liddar è un radar prodotto dalla Lockheed Martin che copre il 92 per cento
dei rischi legati a eventi atmosferici come pioggia, venti, nebbia, sabbia. Se
fosse stato installato all'aeroporto Falcone-Borsellino, sarebbe stato in grado di controllare il fenomeno del
windshear".
Immagino la Sua domanda: "Perché non è stato installato?"
La risposta Signor Portobello Gaspare la trova sempre nelle carte dell'inchiesta: "Perché non vi era uno specifico interesse di Selex a installare quel tipo di radar, visto che non lo produceva, e per evitare che anche gli altri aeroporti ponessero il problema di avere analogo sistema".
Signor Portobello Gaspare adessoi le è chiaro che NESSUNO ma proprio NESSUNO aveva intenzione di mettere l'antenna Wind Shear a Isola delle Femmine.
Immagino la Sua domanda: "Perché non è stato installato?"
La risposta Signor Portobello Gaspare la trova sempre nelle carte dell'inchiesta: "Perché non vi era uno specifico interesse di Selex a installare quel tipo di radar, visto che non lo produceva, e per evitare che anche gli altri aeroporti ponessero il problema di avere analogo sistema".
Signor Portobello Gaspare adessoi le è chiaro che NESSUNO ma proprio NESSUNO aveva intenzione di mettere l'antenna Wind Shear a Isola delle Femmine.
Tutti noi del Comitato NO RADAR ci siamo prestati inconsapevolmente al gioco della Selex ed abbiamo costruito un movimento che "ostacolasse" una NON installazione.
Signor Portobello, ora che ha del tempo libero si legga bene le carte dell'inchiesta Finmecanica.
I Cittadini di Isola delle Femmine non hanno comunque dimenticato la sua missiva del gennaio del 2006 con cui dava la sua autorizzazione all'utilizzo dell'area (ex caserma NATO) da parte dell'ENAV.
I Cittadini di Isola delle Femmine non hanno comunque dimenticato la sua missiva del gennaio del 2006 con cui dava la sua autorizzazione all'utilizzo dell'area (ex caserma NATO) da parte dell'ENAV.
Signor Gaspare Portobello, I cittadini di isola delle Femmine non hanno dimenticato il Suo incontro del 28 dicembre 2008 presso Uffici della Presidenza della Regione Sicilia con l'allora Presidente Cuffaro dove ancora una volta si è dichiarato disponibile alla installazione dell'antenna radar.
Lo so!
Erano tempi duri la disoccupazione era alle stelle e vi era la possibilità di tre posti di lavoro!
Nevvero?
Erano tempi duri la disoccupazione era alle stelle e vi era la possibilità di tre posti di lavoro!
Nevvero?
Mi permetta un'ultima annotazione a proposito della sua adesione alla causa del NO RADAR a Isola delle Femmine.
Ricorda!
Noi del Comitato Cittadino Isola Pulita abbiamo dovuto tirarvi dentro TUTTI TUTTI ma dico proprio TUTTI per i capelli, per aderire alle varie iniziative del Comitato No Radar!
Per il resto Le conviene EFFETTIVAMENTE attendere il decreto ministeriale che in maniera precisa circostanziata puntigliosa calendarizzata permetterà a Lei e a tutti i componenti del Suo Gruppo Politico di conoscere nella loro sequenzialità fatti avvenimenti persone che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale.
Mi creda non sto di certo parlando delle conseguenze o eventuali reati commessi, non sono di certo di mia competenza ma certamente della Magistratura SI!
Mi creda non sto di certo parlando delle conseguenze o eventuali reati commessi, non sono di certo di mia competenza ma certamente della Magistratura SI!
Quindi Signor Portobello cerchi di avere un pò più di rispetto verso le ISTITUZIONI, non vi è stato ad Isola delle Femmine alcun colpo di Stato contro di LEI.
dorma tranquillo e non si senta preoccupato circa: "Non vorrei ritrovarmi un'antenna radar per il controllo del wind share piazzata vicino casa"
dorma tranquillo e non si senta preoccupato circa: "Non vorrei ritrovarmi un'antenna radar per il controllo del wind share piazzata vicino casa"
Con rispetto
Pino Ciampolillo
LA DENUNCIA DEL MERCIMONIO ELETTORALE
Forze dell’ordine e prefettura hanno chiesto l’accesso agli atti del Comune di Isola delle Femmine rischio scioglimento per infiltrazioni mafiose
ISOLA DELLE FEMMINE, Carabinieri e Finanzieri ieri in municipio per visionare atti
L'accesso disposto dalla Prefettura. Si rischia lo scioglimento
Carabinieri
della compagnia di Carini, Finanzieri del comando provinciale e funzionari
della prefettura di Palermo ieri pomeriggio hanno effettuato un accesso agli
atti al comune di Isola delle Femmine. L'attività è stata disposta dalla
Prefettura di Palermo su imput del ministero degli Interni. Sui documenti
passati al setaccio dalle forze dell'ordine al momento vige il massimo riserbo.
Le operazioni di verifica sono scattate dopo le 14. Una lunga visita che ha
ufficialmente aperto l'accesso, il primo passo che potrebbe portare allo
scioglimento del Comune. C'è il sospetto di infiltrazioni mafiose, funzionari e
investigatori hanno tre mesi di tempo, poi dovranno redigere una relazione che
sarà inviata al ministero degli Interni. Poi la decisione spetterà al consiglio
dei ministri. Ma cosa cercavano le forze dell'ordine ieri in municipio ?
Sicuramente sono stati esaminati gli atti amministrativi compresi quelli
dell'ufficio tecnico e, a quanto pare, proprio in questo settore gli
investigatori cercano qualcosa. Siamo tranquilli ma anche arrabbiati – ha detto
il sindaco Gaspare Portobello al Giornale di Sicilia – da anni lottiamo per la
legalità e contro il malaffare non mi sarei mai aspettato un provvedimento simile.
Speriamo che si faccia chiarezza al più presto”.
IN UN ARTICOLO PUBBLICATO NEL MESE DI APRILE DEL 2010 SI DENUNCIAVA
I POSSIBILI RISCHI DI INFILTRAZIONI MAFIOSE
LA QUERELA COME RISPOSTA ALLA LEGITTIMA CIVICA E RESPONSABILE DIFESA DAI PERICOLI DI INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA NELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA
Isola delle Femmine, consiglio comunale sciolto per mafia

Il
Consiglio dei ministri ha sciolto il consiglio comunale di Isola delle Femmine
(Palermo) per le infiltrazioni della criminalità organizzata. Lo scorso
16 aprile, l’arrivo nella cittadina del Palermitano della Commissione
prefettizia di accesso agli atti amministrativi aveva lasciato paventare che ciò
accadesse.
Adesso è arrivata la conferma definitiva.
Gaspare
Portobello, il primo cittadino, si dice “amareggiato e sbigottito” ed
annuncia battaglia: “Aspetto di leggere la relazione del Consiglio dei
Ministri, e subito dopo farò ricorso al Tar. In questi mesi non mi sono
dimesso perché è giusto che io continui a lottare per dimostrare che Isola non
ha niente a che fare con la mafia”.
Portobello prosegue poi nell’analisi di quanto accaduto: “Tutte le mie azioni da
sindaco sono state improntate alla legalità. Ma ho pagato per aver detto
troppi ‘no’, come nel caso dell’antenna per il controllo wind-shear
all’aeroporto Falcone-Borsellino“.
Il riferimento è alla ‘disputa’ relativa al progetto dell’Enav che
prevederebbe l’installazione nella ex base militare dismessa fuori Isola, di un
antenna per il controllo della velocità e della direzione del vento, fenomeno
che caratterizza fortemente lo scalo palermitano, situato tra il mare e la
montagna. Portobello si è negli anni fortemente opposto al progetto adesso
bloccato, denunciando, insieme ai cittadini di Isola delle Femmine, la
possibilità del verificarsi di rischi per la salute degli abitanti del
circondario, oltre al grave impatto ambientale che l’impianto avrebbe
determinato.
Il clima che negli ultimi mesi si è respirato in seno al Consiglio
comunale di Isola non è stato dei migliori. Come se non bastasse, a
metà ottobre, Vincenzo Dionisi, vicepresidente del Consiglio comunale ha scritto
all’assessorato regionale Enti locali, al prefetto di Palermo e alla Procura
della Repubblica di Palermo per porre denunciare “l’ennesimo caso di
superficialità di poco rispetto delle regole di trasparenza perpetrato dalla
Giunta Portobello”. Nella missiva di parlava di “provvedimenti illeggittimi”
relativi alla Commissione elettorale comunale.
Gaspare Portobello puntualizza ancora in merito “ad un clima di odio
ed ostilità” del quale sarebbe vittima. Nella primavera dello scorso
anno, Portobello era stato violentemente aggredito a colpi di spranga da due
uomini mentre faceva ritorno alla propria abitazione. “Quello – conclude – è
stato il segno tangibile che le mie battaglie contro la criminalità organizzata
e per la trasparenza e la legalità hanno dato fastidio a molte
persone”.
1998 MAFIA OMICIDIO D'AGOSTINO VINCENZO LA DIA ARRESTA
GIUSEPPE SENSALE
MAFIA: OMICIDIO D'AGOSTINO, DIA ARRESTA GIUSEPPE
SENSALE
1998 MAFIA OMICIDIO D'AGOSTINO VINCENZO LA DIA ARRESTA GIUSEPPE SENSALE
MAFIA:
OMICIDIO D'AGOSTINO, DIA ARRESTA GIUSEPPE SENSALE
Palermo,
12 dic. 1998 -(Adnkronos)- Il centro operativo di Palermo della Direzione
Investigativa Antimafia ha arrestato il cinquantanovenne Giuseppe Sensale,
originario di Capaci (Pa). L'arresto e' avvenuto in esecuzione di un'ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa il 5 dicembre scorso per l'omicidio e
la distruzione del cadavere dell'imprenditore Vincenzo D'Agostino, scomparso a
Palermo il 3 dicembre del 1991. Secondo le dichiarazioni di alcuni
collaboratori di giustizia, D'Agostino sarebbe stato ucciso a Capaci nel
deposito di carburante di Sensale. Il cadavere sarebbe stato poi sciolto
nell'acido all'interno di una baracca.
Il
provvedimento di custodia cautelare e' stato notificato in carcere ad altre
cinque persone, attualmente detenute: Salvatore Biondino, Salvatore Biondo,
Antonino Troia, Giovanni Battaglia e Simone Scalici, considerati elementi di
spicco di alcune famiglie mafiose del palermitano.
Gia'
indagato per associazione a delinquere di tipo mafioso ed arrestato nel 1993, Giuseppe
Sensale era stato scarcerato il 9 luglio scorso in seguito ad una sentenza di
assoluzione della Corte d'appello di Palermo.
(Sin/Gs/Adnkronos)
«La crisi
consiste precisamente nel fatto che il vecchio sta morendo e il nuovo non può
ancora nascere» (Antonio Gramsci)
Mafia,
sequestro di beni a Capaci “Quel costruttore è un prestanome”
I
beni di un imprenditore edile in odor di mafia sono finiti sotto
sequestro. Il provvedimento dei giudici della sezione misure di
prevenzione colpisce il patrimonio di Giuseppe Sensale, 60 anni di Capaci, noto
alle forze dell'ordine per storie legate a Cosa nostra e sul quale adesso hanno
indagato i finanzieri del Gico. Il provvedimento della magistratura,
sollecitato dalla Procura, colpisce le società «Angela » e « Nafedil»,
quattro fabbricati e un magazzino che si trovano in via Florio a Capaci.
Roba del valore complessivo di un miliardo e 600 milioni in base alle
stime delle fiamme gialle, che Sensale avrebbe accumulato illecitamente.
Gli
investigatori avrebbero accertato una sproporzione tra gli acquisti
dell'imprenditore e i redditi dichiarati, arrivando alla conclusione, anche
sulla base delle indicazioni di alcuni collaboratori dì giustizia, che l'uomo
sarebbe un prestanome della «f ami glia» di Partanna Mondello. A detta
dei finanzieri, il costruttore sarebbe legato «al clan dei Carollo
e avrebbe fatto da prestanome alle famiglie Cusumano e Riccobono».
I guai
giudiziari per Giuseppe Sensale, che è detenuto, erano cominciati nel '93,
quando era stato arrestato per associazione mafiosa. Un'accusa per la quale
l'uomo era rimasto cinque anni in carcere ottenendo, poi, dopo un lungo iter
giudiziario, l'assoluzione. Uscito diprigione, l'imprenditore era finito
di nuovo in manette nel dicembre del 98, nell'ambito di un blitz della Dia sul
l'omicidio dell'imprenditore Vincenzo D'Agostino, che il 3 dicembre del
'91 venne strangolato e sciolto nel l'acido. Un'esecuzione che, secondo l'accusa,
avvenne in un magazzino dì Capaci gestito proprio da Gìuseppe Sensale. A
parlare della vicenda furono i collaboranti Francesco Onorato e
Giovan Battista Ferrante, secondo i quali sarebbe stato Sensale ad
attirare l'imprenditore nella trappola preparata dai boss di Cosa nostra.
Già in
passato altri beni dell'imprenditore di Capaci erano fíniti sotto
sequestro, tra i quali una cava in territorio di Cinisi. Ma Sensale,
assistito dall'avvocato Maurizio Bellavista, si è sempre opposto contro i
provvedimenti. Sostenendo di aver costruito il suo patrimonio grazie al lavoro
e che, vista la sentenza di assoluzione dall'accusa di appartenere a Cosa
nostra, non ci sono i presupposti di legge per colpire il patrimonio. « Il mio
assistito è stato assolto dall'accusa di associazione mafiosa - afferma
l'avvocato Bellavista - ma nonostante questa pronuncia è stato anche
avviato il procedimento di confisca dei beni. Un provvedimento contro il
quale abbiamo presentato ricorso».
Virgilio
Fagone
EMEROTECA
ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS
UN SUCCOSO
BUSINESS
SALVO LIMA
PREMEVA SU SIINO PERCHÉ QUESTI APRISSE LA PORTA DEL CIRCUITO SICILIANO DEGLI
APPALTI PUBBLICI AGLI IMPRENDITORI VICINI ALLA SINISTRA
La svolta
con la partecipazione del PCI alla spartizione degli appalti in forma continua,
a Milano come a Palermo, risale alla metà degli anni ‘80. La DC siciliana,
nelle persone di Lima e Ciancimino, affidarono all’ex pilota di rally Angelo
Siino il compito di orchestrare i cartelli delle imprese a cui assegnare gli
appalti pubblici. Siino era un borghese che di mafiosi ne conosceva
tanti, fratello massone della loggia Orion di Palermo, imparentato con il boss
Balduccio Di Maggio, amico dei Brusca di San Giovanni Jato. Il meccanismo in
Sicilia prevedeva che, per ogni appalto assegnato, l’azienda versasse una
imposta del 4,5 per cento così suddivisa: 2 per cento ciascuno a boss e
politici e uno 0,5 destinato a lubrificare gli impiegati e funzionari della
macchina burocratica. Una oliatina agli ingranaggi questa, perché imbarazzanti
pratiche uscissero indenni ad ogni controllo. L’organizzazione gestita da
Siino e Lima divennne sempre più capillare, per assumere sul finire degli anni
‘80, il controllo dell’intera isola. Per avere una idea degli esiti di tale meccanismo,
basti pensare che nel decennio ‘88-’98, 60 ditte rispondenti a 11 imprenditori,
si accaparrarono il 40% degli appalti Anas, pari a una fetta di circa 350
miliardi di vecchie lire, su di una torta di 880. Il restante 60% del giro di
affari era spartito da ben 500 imprese. Un imprenditore che protestava
o sgarrava poteva se fortunato, subire intimidazioni o rimanere escluso dal
susseguente giro di giostra, ma in taluni casi si arrivava alla sua
eliminazione, come accadde nel 1991 al
costruttore Vincenzo D’Agostino, invitato da amici in un casolare di campagna a
trascorrere un weekend, strangolato e sciolto nell’acido. Salvo
Lima premeva su Siino perché questi aprisse la porta del circuito siciliano
agli imprenditori vicini alla sinistra ed i primi a varcarla furono i fratelli
Stefano ed Ignazio Potestio, costruttori legati da tempo a doppio filo con il
Pci. L’ingresso anche delle cooperative rosse era imminente e Siino trattò, di
li a poco, con Pietro Martino, rappresentante Conscoop in Sicilia. Fu il primo
passo di una estensione del fenomeno in molti angoli dell’isola. Nel
mirino la costruzione di strade, super strade, tangenziali, ospedali, scuole,
strutture sportive.
Queste
nuove collaborazioni servirono per accrescere il giro di miliardi che sarebbe
affluito verso
l’isola
ma, soprattutto, per costruire una vera e propria copertura a sinistra,
coinvolgendo nelle operazioni illecite forze politico economiche di riferimento
alla maggiore opposizione antimafia. Una svolta di questa natura era destinata
a suscitare acuti mal di pancia su entrambi i fronti.
Molti dirigenti comunisti erano contrari ad avvicinarsi così pericolosamente a
tali compromettenti soggetti ma, purtroppo, questi assennati consigli furono
destinati a cadere nel vuoto. Dall’altra parte, a molti mafiosi l’umore si
anneriva al pensiero di accettare gli odiati
rossi quali soci in affari: il Pci era il fresco artefice della poltrona
saltata a Vito Ciancimino.
Tra
questi, il rozzo e sanguinario Totò Riina sarebbe stato uno dei più ostici, e
difatti nella sua Corleone la direttiva rimase praticamente inascoltata. Senza
aver nulla da invidiare in fatto di crudeltà, molto diverso sarebbe stato
l’atteggiamento di Bernardo Provenzano. Egli si rivelò un sottile politico, un
abile stratega, un fine ragioniere. “Zio Binu” comprendeva quanto i soci
comunisti sarebbero stati preziosi nel mascherare, con la loro presenza, le
irregolarità sistematiche dell’impianto. Nella regione di Villabate-Bagheria,
dove egli si sarebbe trasferito sul finire degli ‘80, Tommaso Orobello
presidente della coop “La Sicilia”, divenne uno degli imprenditori intimi di
Provenzano. Il Comune di Villabate (che vide vicesindaco Antonino Fontana),
sarebbe stato a lungo retto da una amministrazione di sinistra. Nella vicina
Bagheria dove tutto era mafioso, le cooperative andavano a braccetto con
imprese “chiacchierate”. Nella terra che coprì la lunga latitanza del boss, le
coop rosse erano nei vertici delle strategie di assegnazione degli appalti.
Angelo
Siino venne arrestato nel 1991 e scelse poi di convertirsi al pentitismo. Nel
giro di un breve
tempo,
seppur con sfumature e competenze più variegate, egli venne sostituito da Pino
Lipari, colui
che sarebbe divenuto una sorta di manager tuttofare
e prestanome di Bernardo Provenzano. Dalla ricostruzione di Siino giunsero i
dettagli di un sistema complesso e minuzioso, e soprattutto nomi e
circostanze che coinvolgevano imprenditori e ammini stratori locali con
riferimenti nazionali, della maggioranza e anche dell’opposizione.
Il duo
Simone Castello e Antonino Fontana proseguì la sua carriera sul fronte mafioso
politico imprenditoriale con il fulcro operativo nella zona di
Bagheria-Villabate, la stessa di Provenzano, condendo le loro attività di
svariate truffe.
A
Bagheria, il Consiglio comunale era stato sciolto ben 13 volte, le ultime nel
1993 e 1999. Poco prima dell’ultima intrusione degli ispettori della procura
nelle sedi comunali, nel 1998, Simone Castello finì in manette e, nell’arco di
qualche tempo, in successione, subirono la stessa sorte i fratelli Potestio, i
due manager delle cooperative rosse Pietro Martino e Tommaso Orobello, il
direttore della coop Cspa di Partinico, Raffaele Casarubia e nel 2003 lo stesso
Antonino Fontana. Inutile sottolineare come la situazione fosse “politicamente
imbarazzante” per una sinistra siciliana colta in diversi suoi esponenti con le
mani nel sacco, anche se rare furono le ammissioni di colpa e le richieste di pulizia
interna incondizionata. Più spesso, dalla sede centrale di Roma,
arrivavano le esternazioni scandalizzate di chi si scagliava verso la
magistratura. Una reazione di lesa maestà non troppo lontana da quelle che
conosciamo come rituali da parte di altre forze politiche, come quelle che al
tempo rispondevano alla Casa delle Libertà.
Fontana
non venne espulso dai DS ma ufficialmente si autosospese. Secondo la Procura
egli aveva aiutato i Potestio (suoi lontani parenti) nel Comune di sinistra di
Ficarazzi ma, soprattutto, come sostiene il pentito Salvatore Barbagallo, aveva
protetto le famiglie mafiose di Bagheria e Villabate e quindi il boss
Provenzano. Fontana, per la Cosa Nostra territoriale, prosegue Barbagallo, era
un cavallo fidato su cui puntare, esponente di un partito, il Pds, in fase
crescente e quindi in grado di assicurare le giuste coperture.
(38. –
“Epilogo - Mafia: uno Stato nello Stato” 2012-2013)
Salvatore
Musumeci
CAPACI NON
ESISTE LA PAROLA MAFIA
il piano
regolatore dei commissari ha accontentato i costruttori. 3 liste in gara per il
consiglio comunale sciolto per mafia dopo la morte di Falcone
VOTO NEL
PAESE DELLA STRAGE . Il piano regolatore dei commissari ha accontentato i
costruttori. La macelleria di un candidato di sinistra chiusa per mancanza di
clienti
A Capaci
non esiste la parola mafia Nei programmi non si parla esplicitamente di lotta
alle cosche Passato e futuro del piccolo centro legati alle lottizzazioni: uno
stillicidio di attentati, bombe e incendi tra ' 91 e ' 92 Tre liste in gara per
il consiglio comunale sciolto d' autorita' subito dopo la morte di Falcone
DAL
NOSTRO INVIATO CAPACI (Palermo) . "Troppi giardini, troppe scuole, troppe
strade, mi dicono. Che deve diventare, una citta' da fantascienza Capaci con
questo piano regolatore? Parlo per le lamentele sentite in piazza, io le carte
manco le ho viste". Capelli stirati e baffetti neri come la giacca,
Giuseppe Tarallo, con il suo sguardo alla Mimi' Metallurgico, e' il candidato
piu' comprensivo per le "vittime" del piano regolatore approvato dai
commissari ad acta dopo lo scioglimento per mafia del Comune dove si vota oggi.
Lui, tallonato dai "ragazzini" della Sinistra e dai
"costruttori" della terza lista, va a caccia di quel 60 per cento di
voti un tempo custodito nella cassaforte democristiana di Capaci, il paese a
meta' strada fra Palermo e Punta Raisi, famoso in tutto il mondo perche' qui la
storia si ferma e ricomincia il 23 maggio ' 92. Eppure non e' facile trovare la
parola mafia nei programmi. In quello di Tarallo che ha ribattezzato
"Amicizia" il suo partito si annuncia solo che "la lotta ai
condizionamenti della criminalita' organizzata sara' prioritaria", pero'
dopo l' acrobatico capitolo sulla "tutela del territorio": "A tal
fine non sembra utile il permanere di un vincolo paesaggistico che rischia di
ingessare il territorio". La comprensione per le "vittime" che
si vedono negare la costruzione della villetta, del magazzino, del rustico,
trapela anche nella lista "Insieme per Capaci" ma uno dei promotori,
Giusto Baiamonte, corrispondente del Giornale di Sicilia, rifiuta sdegnato l'
insinuazione di essere longa manus dei costruttori. Nel programma che lancia in
pista come sindaco un geometra dell' ufficio tecnico della vicina Isola delle
Femmine, Cosmo Rappa, hanno pero' dimenticato la parola mafia, promettendo
piuttosto "eventuali necessarie modifiche al piano regolatore...". E
per fortuna aleggia l' "eventualita' ", perche' in realta' quelle
carte per dieci anni non si potranno affatto modificare, ne' interessa piu' di
tanto i grandi costruttori della zona, paghi dell' inserimento nello strumento
urbanistico di sei megalottizzazioni. Ed e' questo che evoca una manovra da
Gattopardo perche' in queste lottizzazioni si giocano passato e futuro di
Capaci, prima e dopo la strage. Lo stillicidio di attentati, bombe e incendi
che fa scattare l' inchiesta della prefettura sei mesi prima dell' apocalisse
si consuma, infatti, fra il ' 91 e il ' 92 proprio per convincere i consiglieri
indecisi ad approvare le sei grandi speculazioni. Poi, il 23 maggio, si blocca
tutto. Scotti e Martelli si ricordano dell' inchiesta e lo scioglimento sfratta
tutti dal municipio. Si grida alla pulizia. Qualche articolo sui giornali,
cortei, concerti, comizi antimafia e poi il venticello dell' oblio cancella
Capaci dalle cronache lasciando ai tecnici, ufficialmente super partes, il
compito di mettere a punto un piano regolatore in cui le sei lottizzazioni
rientrano come se nulla fosse accaduto. Ecco il cavallo di battaglia della
terza lista, quella dei "ragazzini" come Antonio Vassallo, figlio di
un macellaio che ha dovuto chiudere la bottega sul corso perche' il "passa
parola" ha azzerato i clienti di un negozio dove si trovavano costate e
volantini della Rete. Adesso il bancone e' vuoto e nel retrobottega si fanno le
riunioni con Pietro Puccio, tessera Pds, il candidato della lista "Per
Capaci" in cui si ritrovano anche Rifondazione, Acli e soprattutto i
volontari del "Gruppo giovanile 88", quelli del presepe antimafia,
delle targhe in memoria di Falcone, di concerti e cortei scrutati con glaciale
distacco da ominicchi muti, capaci di far parlare un bambino al posto loro dopo
la strage: "Finalmente ci siamo tolti questo di davanti...". L' ombra
del 23 maggio per molti pesa come un' ingiustizia. "Che c' entra
Capaci?". Capaci c' entra perche' Nino Troia, spalla di Riina, il suo
negozio di mobili ce l' ha in piazza. E Giovanni Battaglia, altro
"soldato" in campo per la strage, lavorava nella cava di Giuseppe Sensale,
l' uomo che ha protetto la latitanza di Toto' ' u Curtu, ora indicato come il
grande amico di Giuseppe Tarallo, pronto a respingere l' infamia: "Io sono
amico di tutti, conosco Sensale come persona perbene ma non mi corico ne'
mangio con lui e se ha sbagliato paghi". Di "sciacallaggi sull' onda
mafiosa" parla anche Baiamonte che ha lasciato i "ragazzini" del
Gruppo giovanile "perche' il Pds l' ha colorato di rosso". Ma
Vassallo replica con un sorriso ironico e resta l' unico a parlare di
"decementificazione", ad evocare lo spettro delle ruspe, come Pietro
Puccio che fra un comizio e l' altro entra nel bar piu' grande, ordina un
caffe' e, alle spalle, ode la cantilena di un boss in liberta' : "Gia'
pagato".
Cavallaro Felice
Pagina 12
(30
gennaio 1994) - Corriere della Sera
MAFIA OMICIDIO D'AGOSTINO VINCENZO LA DIA ARRESTA GIUSEPPE SENSALE
TRAPANI - Qualche ora prima che scattasse la più grossa
operazione di mafia nel Trapanese, i boss parlavano tranquillamente al
telefono. Erano stati intercettati dai carabinieri, ma quando i militari hanno
fatto irruzione nelle loro case, molti erano già fuggiti. Sull' operazione
"Petrof" che ieri notte ha portato in carcere 54 tra boss e picciotti
della provincia di Trapani, c' è qualche ombra, il "sospetto" che
qualche talpa abbia avvertito all' ultimo momento il numero uno di Cosa Nostra
a Trapani, un insospettabile gioielliere, Vincenzo Virga, ed altri boss che
hanno fatto perdere le loro tracce. Tra i magistrati della Direzione
distrettuale antimafia di Palermo, che dal luglio scorso in gran segreto hanno
raccolto le dichiarazioni di un importante pentito di mafia, c' è
"disappunto" per la fuga di una ventina di mafiosi, tanto da indurre
il procuratore aggiunto di Palermo Luigi Croce, durante la conferenza stampa, a
dire che "Cosa Nostra gode di una buona protezione anche nel
Trapanese". L' operazione "Petrof", così chiamata dal nome
proprio del pentito Pietro Scavuzzo, ha però consentito agli inquirenti di
avere un organigramma quasi "inedito" di Cosa Nostra a Trapani e
nella sua provincia. Una dettagliata mappa delle "famiglie", con nomi
di incensurati ed insospettabili che per anni hanno avuto il controllo totale
sulle attività illecite nel Trapanese. Scavuzzo ai giudici Consiglio, De
Francisci, Ingroia, Napoli e Pistorelli, coordinati dal procuratore aggiunto
Luigi Croce, ha raccontato tutto quello che sapeva sugli uomini d' onore del
Trapanese. Tra questi anche l' ex sindaco del Pri ed ex presidente dell'
Associazione armatori di Mazara del Vallo, Ignazio Giacalone (anche lui uccel
di bosco) e l' ex assessore repubblicano, Vincenzo Calafato. Giacalone, hanno
detto i pentiti (oltre Scavuzzo hanno dato un contributo anche Rosario Spatola,
Bartolomeo Addolorato e Vincenzo Calcara), "era stato un capo-elettore"
dell' ex ministro del Pri Aristide Gunnella, ed il clan mafioso di Mazara del
Vallo "è stato in vario modo agevolato da alcuni consiglieri comunali
appartenenti a diversi partiti politici, nonché da alcuni sindaci dello stesso
comune". Calafato, hanno detto invece i pentiti, "è un uomo con forti
agganci politici preposto da Cosa Nostra a mantenere stabili rapporti con gli
ambienti politici regionali". Sia il ruolo del gioielliere Virga che
quello dell' ex sindaco Giacalone e l' ex assessore Calafato, secondo il pentito
che li ha conosciuti personalmente, era di primo piano.
A CURA
DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE
DECRETO SCIOGLIMENTO CONSIGLIO COMUNALE ISOLA DELLE FEMMINE
PUGLISI BALDASSARE TORRETTA ADDIO PIZZO 5 SUB APPALTO
COLLETTORE LICENZA EDILIZIA 1 2010 EDIL CP
BRUNO PIETRO ADDIO PIZZO 5 OPERAZIONE SAN LORENZO 1 E 2 2000 CON
BILLECI VASSALLO NUNZIO SERIO
GEOMETRA ASSESSORE CONDANNA 1 2 GRADO CASSAZIONE ABUSO EDILIZIO
CITATO NEL DECRETOO SCIOGLIMENTO A PAG 42 NONOSTANTE CIO’ BOLOGNA LO CANDIDA
NEL NOVEMBRE 2014 B.B.P. POMIERO GIUSEPPE BRUNO PITERO BRUNO GIOVANNI
BADALAMENTI IL FUNERALE A CUI PARTECIPA IL 2 DICEMBRE 202 è QUELLO DLLA MADRE
DI VIVISENDI ANNA NATA IL 23 10 20 A PAG 14 DEL DECRETO APPALTO FOGNATIìURA I
CARAVELLO
GRAN CAFFE’ A PAG 50 DEL DECRETO DI BRUNO GIUSEPPE
NIPOTE DI BRUNO PIETRO SONO COINVOLTI STEFANO BOLOGNA COME SINDACO COME
VICESINDACO IL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI MAGGIORE CROCE ANTONIO
LA RESPONSABILE DELL’UTC GIAMBRUNO MONICA IL SINDACO PORTOBELLO LICENZE
EDILIZIE ILLEGITTIME SORELLE POMIERO S.N.C.
VASSALLO ANTONIETTA MOGLIE DI BILLECI ORDINANZA DI CUSTODIA
CAUTELARE ADDIO PIZZO 5:BRUNO PIETRO PUGLISI BALDASSARE DI TORRETTA CINA’
PIETRO (IMPOSTO ALLA CALLIOPE DA LO PICCOLO) OMICIDIO ENEA VINCENZO CONDANNA IN
PRIMO GRADO IN APPELLO IN CASSAZIONE BRUNO PIETRO ADDIO PIZZO
CONDANNA IN 1 IN 2 GRADO IN CASSAZIONE DECRETO DI INCANDIDABILITA’ DIREZIONE
DISTRETTUALE ANTIMAFIA: BOLOGNA RAPPRESENTA INIZIO FINE DI PORTOBELLO
ADDIO PIZZO CONDANNA IN 1 IN 2 GRADO CASSAZIONE
ANGELA,BOLOGNA STEFANO, D'ARRIGO, EDIL FORESTALE SICULA, G.S.M.
GRANULATI S.R.L, GEO SISTEMI s.r.l., IMPIANTO FOGNARIO VIA DEI SARACENI, MIRTO
SAS,NAFEDIL OPERAZIONE PETROV, SENSALE, PARRA, SCAVUZZO PIETRO, SICURAD,
RUBRICA ISOLA DELLE FEMMINE POLITICA AFFARI MAFIA AMMINISTRAZIONE
·
AIELLO FRANCESCO PAOLO
1942 VIA VERDI 24
·
aiello giuseppe benito
1935 16 GENNAIO MARITO DI ALIMENA GIUSEPPA ZIA DI BRUNO FRANCESCO GIUNTA
bologna 1995 con puccio orazio 1947 27 gennaio pagano cosimo 1940 5 dicembre
TITOLARE EDIL ROMEO COSTRUISCE VIA QUASIMODO SENTENZA 226/1998 SINDACO STEFANO
BOLOGNA
·
Aiello Vincenzo 1934
14 FEBBRAIO MORTO 1998 19 MARZO TITOLARE
HOTEL EUFEMIA MANNINO GIUSEPPE 1932 8 FEBBRAIO MORTO 2008 20 DICEMBRE SOCIO NELLA
DITTA DI COSTRUZIONI SIALMA COSTRUIZIONI ACRONIMO C.A.M. CANEPA SALVATORE 1943
21 NOVEMBRE PRESIDENTE DELLA SAMANTA COSTRUZIONE MANNINO GIUSEPPE COMPONENTE
COMMISSIONE EDILIZIA AIELLO VINCENZO MANNINO
GIUSEPPE (PINO)
·
Albert Giovanni 13
maggio 1948 UTC SANATORIE LEGGE 26
·
ALIMENA PROVVIDENZA
1929 5 SETTEMBRE VIA VOLTA 6 MAMMA DI BRUNO FRANCESCO 1951, MOGLIE DI BRUNO
ANTONINO
·
ALTADONNA
LORENZO 1962 4 OTTOBRE
·
ALTADONNA VINCENZO
1950 18 03
·
A.M.A. AIELLO VINCENZO 1934 14 FEBBRAIO
TITOLARE HOTEL EUFEMIA MANNINO GIUSEPPE 1932 8 FEBBRAIO MORTO 2008 20 DICEMBRE SOCIO NELLA DITTA DI
COSTRUZIONI SIALMA COSTRUIZIONI ALTADONNA SEBASTIANO
·
PARRA STEFANO 1967 9
FEBBRAIO GENERO DI D’ARRIGO ANDREA
BORGETTO
·
BILLECI SALVATORE1937
29 MAGGIO MORTO 31 MARZO 2012 PADRE DI VINCENZO E LEONARDA MARITO DI VASSALLO
ANTONIETTA 1946 30 MAGGIO MORTA 14 MAGGIO 2007 LICENZA EDILIZIA 2009 SEA RESIDENCE SALICETO SRL
·
Bologna STEFANO
28 OTTOBRE 1960 SINDACO 1994 1995 1999 VICE SINDACO 2004 SINO A 15 OTTOBRE 2005
QUANDO SI E’ DIMESSO NON DISPONIBILE AD ESSERE SECONDO RACCOMANDATO da
ASSESSORE Regione sanità on Ravidà banca ora Unipol
·
BOLOGNA STEFANO 1960
26 OTTOBRE, D'ARRIGO ANDREA 28 APRILE 1940, D’ARRIGO LEONARDO 1934, EDIL FORESTALE SICULA, GEO
SISTEMI s.r.l., G.S.M. GRANULATI S.R.L, S.E.L.MI. S.r.l. MIRTO S.a.s. ,
IMPIANTO FOGNARIO VIA DEI SARACENI, OPERAZIONE PETROV,
Orlando, PARRA STEFANO NATO
PARTINICO 9 FEBBRAIO 1967 GENERO DI D’ARRIGO, SCAVUZZO
PIETRO, ZANGHI, SENSALE
GIUSEPPE 1939 SOCIETA’: Nafedil e
Angela accusato DELL’OMICIDIO DI VINCENZO D’AGOSTINO (CALATO NELL’ACIDO) COMID
METALLURGICA,TOMMASO BILLECI NATO BORGETTO 21 MARZO 1950 AMMINISTRATORE DELLA
LORIA SPITALIERI ACCUSA DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA IN PARTICOLARE NELLE TURBATIVE
D’ASTA AGGIUDICAZIONE DELL’ACQUEDOTTO DELLE CONTRADE ROMITELLO, NICOLO’ SALTO 1 LUGLIO 1951
·
BRUNO FRANCESCO 1951 27 GENNAIO LA MAMMA ALIMENA PROVVIDENZA 1929
5 SETTEMBRE MORTA 24 DICEMBRE 2012 IL PAPA’ BRUNO ANTONINO 13
GIUGNO 1919 MORTO 3 APRILE 2008 OMICIDIO A CARINI DI STEFANO GALLINA 1 OTTOBRE
1981 PROCESSO 2289/82 ABATE + 706; 1982
8 GIUGNO OMICIDIO DI VINCENZO ENEA 1982 13 MAGGIO UCCISO A PARTANNA SOTTO LA
SUA CASA D’AGOSTINO BENEDETTO AMICO DI VINCENZO
ENEA DA SALVATORE LO PICCOLO E DA FRANCESCO BRUNO 1951
·
Bruno FRANCESCO 1963
11 AGOSTO DIPENDENTE COMUNE PALERMO VIGILE URBANO PRESIDENTE ASSOCIAZIONE DI
PROTEZIONE CIVILE GUARDIA COSTIERA CONVENZIONATA CON IL COMUNE DI ISOLA DELLE
FEMMINE CONDANNATO IN 1 GRADO IN
APPELLO IN CASSAZIONE DISTRUZIONE DI SALMA VILIPENDIO DI CADAVERE DI
VENTIMIGLIA LUCIA E COSTRUZIONE ABUSIVA DI UNA TOMBA CON 6 LOCULI GEOME CRISCI
FRANCESCO CONSIGLIERE COMUNALE ASSESSORE DIMISSIONATO PER CONDANNA IN PRIMO IN
APPELLO IN CASSAZIONE SENTENZA MAGGIO 2018
·
BRUNO PIETRO 1946
18 NOVEMBRE COMPONENTE COMMISSIONE EDILIZIA
SINDACO DI MAGGIO 1998 COSTRUZIONE VIA MONTELEONE SAMANTA
SIALMA CANEPA SALVATORE MANNINO TOMMASO MANNINO GIUSEPPE ALTADONNA SIRCHIA
LAURETTO SENTENZA 226 LICENZE ILLEGITTIME SIRCHIA LAURETTO 28 APRILE 1938 MORTO SOCIO
SIALMA costruzioni SIRCHIA ALTADONNA SEBASTIANO MANNINO GIUSEPPE
Costruiscono in anni 80 in VIA MONTELEONE A ISOLA Possibili licenze edilizie
53/80 54/81 68/82 52/88 27/89 27/89 ALLA SIALMA COSTRUZIONI CANEPA
SALVATORE 21 NOVEMBRE 1943 COMPONENTE DELLA
COMMISSIONE EDILIZIA E IN QUALITA DI PRESIDENTE DELLA SAMANTA COSTRUZIONI
POTREBBE AVER FAVORITO MANNINO TOMMASO 1925 18 OTTOBRE MORTO 2009 24 MAGGIO , SOCIO DELLA SAMANTA COSTRUZIONI
FIGLIO DI GIUSEPPE E PADRE DI MANNINO ANGELO "DI MAGGIANO" 1950 12
MARZO ASSESSORE GIUNTA BOLOGNA 2014 2000 CONDANNA OPERAZIONE SAN LORENZO 2010 ARRESTO E
CONDANNA IN 1 APPELLO CONFERMA
CASSAZIONE OPERAZIONE ADDIO PIZZO 5 SOCIO
CON POMIERO GIUSEPPE E BRUNO GIOVANNI DELLA B.B.P. s.n.c.
·
CALIRI INGEGNERE CALIRI UFFICIO TECNICO
COMUNALE ISOLA 1995 SINDACO BOLOGNA
·
C.A.M. di AIELLO
VINCENZO 1934 14 febbraio
20 dicembre 1998 VIA DELLE INDUSTRIE 9 03702830823 TITOLARE
HOTEL EUFEMIA CANEPA SALVATORE 1943 21 NOVEMBRE PRESIDENTE DELLA SAMANTA
COSTRUZIONE MANNINO GIUSEPPE COMPONENTE COMMISSIONE EDILIZIA
·
Canepa SALVATORE 1943
21 NOVEMBRE VIA ROSOLINO PILO 7 COMPONENTE COMMISSIONE EDILIZIA PRESIDENTE
SAMANTA COSTRUZIONI BRUNO GIOVANNI SUOCERO DEL DR ALIBANI CLAUDIO
·
CANEPA SALVATORE 1943
21 NOVEMBRE VIA ROSOLINO PILO 7 SAMANTA COSTRUZIONI
·
COMMISSIONE EDILIZIA
1990: ALBERT GIOVANNI BURGIO SALVATORE 11 MARZO 1929 PUCCIO GIUSEPPE 27 GENNAIO
1947 MANGIARDI ING ENRICO 28 AGOSTO 1936 CANEPA SALVATORE 21 NOVEMBRE 1943
BRUNO PIETRO 18 NOVEMBRE 1946 PUCCIO ORAZIO 23 OTTOBRE 1947 GIUNTA DI MAGGIO E
BOLOGNA
·
COMMISSIONE EDILIZIA
1989 1992 : RAPPA INGEGNERE ROCCO 1 GENNAIO 1961 DI MAGGIO VINCENZO 1939
30 OTTOBRE
·
CROCE ANTONIO 1
settembre 1960 al comune di isola dal luglio 1983 CROCE ANTONIO 1960 VIALE
ITALIA 9
·
CROCE FRANCESCO PAOLO 1936
6 FEBBRAIO MORTO 1993 30 SETTEMBRE MARITO
DI MANNINO CONCETTA 1946 FIGLIA DI GIUSEPPE MANNINO SOCIO NELLA SOCIETA’ C.A.M. ACRONIMO DI CROCE
ALTADONNA MANNINO
·
CROCE GIUSEPPE 1904 28
AGOSTO 9 APRILE 1985 .
·
D’AGOSTINO BENEDETTO
AMICO DI VINCENZO ENEA UCCISO SOTTO CASA
A PARTANNA 13 MAGGIO 1982 DA SALVATORE LO PICCOLO E DA FRANCESCO BRUNO
1951
·
DI MAGGIO VINCENZO
1939 30 OTTOBRE SINDACO VIA.LUNGOMARE EUFEMIO 4
·
EDIL C.P. 2012 13 LUGLIO USTICANO
DECADENZA N 12 DELLA LICENZA EDILIZIA N 1 20 1 2010 PARTICELLE 23 81 2382 ZONA B2 PRG D.A. 83 14
05 83 PRG ADOTTATO C.C. 3 1 AGOSTO 2007 EDIL C.P. CONOGLIO EMANUELE LUCIDO
ERASMO LUCIDO ANTONINO LUCIDO MICHELE LUCIDO NAZZARENA C.E n.01-2010 EDIL C.P. PUGLISI
BALDASSARE 7 SETTEMBRE 1987 ARRESTATO NELL’OPERAZIONE ADDIO PIZZO
5 CRISCI GEOMETRA FRANCESCO 12
GIUGNO 1969 CONDANNATO IN 1 E2 GRADO E IN CASSAZOIONE ABUSIVISMO EDILIZIO EX CONSIGLIERE COMUNALE EX ASSESSORE LAVORI
PUBBLICI ADDIO PIZZO 5 BRUNO PIETRO LUCIDO ANTONINO CONIGLIO
EMANUELE LUCIDO CATERNINA MAMMA
DEL GEOLOGO MICHELE EX CONSIGLIERE LUCIDO
ANNA MAMMA DI TOTY LUCIDO CONSIGLIERE COMUNALE DURANTE LA GIUNTA
SCIOLTA PER MAFIA NEL 2012 LUCIDO
PIETRO EX CONSIGLIERE NELLA NUOVA ISOLA LUCIDO
GAETANO IL GENERALE DELL’ESECITO SUOCERO DEL DR AVOLA E
PADRE DELLA ROSY LUCIDO TUTTI I LUCIDI SONO PARENTI
DEL SINDACO STEFANO BOLOGNA DA PARTE DELLA MADRE
LUCIDO ROSA 28 GENNAIO 1936 LUCIDO MICHELE 3
APRILE 1937 MARITO DI CARDINALE RITA BARTOLA 6
GENNAIO 1943 LUCIDO ANTONINO 24 OTTOBRE 39
PROGETTISTA LOTTIZZAZIONE LO BIANCO LOTTIZZAZIONE LA PALOMA LA
MOGLIE DI LUCIDO ANTONINO GIAMBONA GIUSEPPA 25
GENNAIO 1949
·
EDIL ROMEO SNC DI
PAGANO E CUTINO PIETRO 14 APRILE 1942
·
ENEA VINCENZO 20 GENNAIO 1935 AMMAZZATO
8 GIUGNO 1982 ALLE ORE 7,30 IN VIA PALERMO ALL’INGRESSO DEL VILLAGE BUNGALOW DI
FROINTE AL DEPOSITO LIQUIGAS
·
FAVATA' NICOLA 1953
VIA BERNINI GIAN LORENZO 15
·
GIAMBONA PIETRO ORAZIO 1941 7 FEBBRAIO MORTO 2010 22 NOVEMBRE
FIGLIO DI GIAMBONA AMEDEO 2 GENNAIO 1908 MORTO 27 GENNAIO 1983 PASTIFICIO
CAMPING LA PLAYA
·
IMMOBILIARE SICANIA BRUNO FRANCESCO 1951
27 GENNAIO LA MAMMA ALIMENA PROVVIDENZA IL PAPA’ BRUNO ANTONINO OMICIDIO A
CARINI DI STEFANO GALLINA 1 OTTOBRE 1981 PROCESSO 2289/82 ABATE ; 1982 8 GIUGNO OICIDIO DI
VINENZO ENEA
·
LO CICERO GIOVANNI FRATELLO I LO CICERO SALVATORE DI SAN
LORENZA DENUNCIA DI SCOMPARSA 30 AGOSTO 1984 CERCATI INVANAMENTE DA PIETRO ENEA
PER INFORMAZIONI SULL’OMICIDIO DEL PADRE VINCENZO ENEA A ISOLA DELLE FEMMINE 8
GIUGNO 1982
·
MANNINO ANGELO 1950
VIA GARIBALDI 37
·
Mannino Giuseppe 8 febbraio 1932 20 dicembre 2008 (PINO) SINDACO, VICESINDACO DI MAGGIO, BOLOGNA, PADRE
DI MANNINO TOMMASO 1930 28 GENNAIO (VIA SIINO FOGLIO 1 PARTICELLE 140 241 1201)
PADRE di MANNINO ANGELO ASSESSORE GIUNTA BOLOGNA 2014
·
MANNINO GIUSEPPE 08 02
32 20 12 2008 E VINCENZO DI MAGGIO
1939 30 OTTOBRE COSTUITO UNA FINANZIARIA A PALERMO PROBABILMENTE PER COSTRUIRE
UN COMPLESSO RESIDENZIALE IN VIA DEL GAROFANO ACCANTO ALLA SIRENETTA E AL
SARACEN CON UN ALTRO IMPRENDITORE SIRCHIA (MORTO) COMPLESSO POI COSTRUITO FORSE
NELLA SOCIETA VI ERA ANCHE ALTADONNA
·
Micali MARIA Letizia
12 novembre 1961 dipendente COMUNE CARINI
·
Pagano COSIMO 1940 5
dicembre 1940 giunta CON DI MAGGIO
·
P.R.G. ISOLA DELLE
FEMMINE 2016 30 DICEMBRE DETERMINA 9 GERLANDO MALLIA INCARICO NUOVO PRG CANGEMI
GIUSEPPE 1946 RESTITUITI CC 33 1 AGOSTO 2007
·
P.R.G. ISOLA DELLE
FEMMINE 2017 30 DICEMBRE INTEGRAZIONE 2016 30 DICEMBRE DETERMINA 9 GERLANDO
MALLIA INCARICO NUOVO PRG CANGEMI GIUSEPPE 1946 RESTITUITI CC 33 1 AGOSTO 2007
·
P.R.G. ISOLA DELLE
FEMMINE 2017 30 DICEMBRE DETERMINA 660 MALLIA INCARICO GIUSEPPA POLLINA 2017 30
12 INTEGR 2016 30 12
DETERMINA 9 GERLANDO MALLIA
·
PRIVITERA SALVATORE
PELLERITO GIUSEPPE ALBERT GIOVANNI GIANPORCARO (COGNATO DEL DR. BURGIO)
ELEZIONI COMUNALI 1978 LISTA PCI 3 LISTE
UNA D.C. UNA CIVICA DI MAGGIO UNA PCI
RISULTATI DI MGGIO SINDACO LA LISTA PCI 3 CONSIGLIERI ALBERT PRIVITERA
GIANPORCARO SEZIONE DEL PCI IN PIAZZA
·
RAPPA
COSIMO 1955 8 GENNAIO MORTO 16 FEBBRAIO 1995 CIMITERO CAPACI UTC SANATORIE
LEGGE 26
·
RAPPA ING ROCCO 1961 1
GENNAIO ASSESSORE LAVORI PUBBLICI CON BOLOGNA STEFANO SINDACO 28 OTTOBRE 1960
FATTO DIMETTERE PER INFILTRAZIONI MAFIOSE COGNATO DI BRUNO PIETRO 18
NOVEMBRE 1946 ARRESTO OPERAZIONE SAN LORENZO OPERAZIONE ADDIO PIZZO 5 RAPPA
INGEGNERE ROCCO PROGETTISTA DI BELLIS ERNESTA VIALE DEI SARACENI ACCANTO AL
SIINO ANTONIO SUOCERO DI FANALE
·
SAMANTA COSTRUZIONI
PRESIDENTE CANEPA SALVATORE 1943 MANNINO TOMMASO FIGLIO DI MANNINO
GIUSEPPE 1932 BRUNO GIOVANNI 1931 SOCIO B.B.P. SNC DI POMIERO GIUSEPPE 1937 CON
BRUNO PIETRO 1946 ARRESTO OPERAZIONE SAN LORENZO OPERAZIONE ADDIO PIZZO 5
·
SAMANTA COSTRUZIONI DI
CANEPA E DI MANNINO TOMMASO FIGLIO DI MANNINO GIUSEPPE 1932 LICENZE
EDILIZIE ILLEGITTIME 52/88 54/81 53/80 68/82
·
scavuzzo pietro
operazione petrof
·
SIALMA COSTRUZIONI
SOCIO MANNINO GIUSEPPE 1932 SIRCHIA LAURETTO 28 APRILE 1938 ALTADONNA
·
SIALMA acronimo
SIRCHIA ALTADONNA MANNINO GIUSEPPE
SIALMA DI SIRCHIA 1938 ALTADONNA MANNINO GIUSEPPE 1932 LICENZA EDILIZIA 27/89 25 SETTEMBRE 1989 ILLEGITTIMA
SIALMA DI SIRCHIA 1938 ALTADONNA MANNINO GIUSEPPE 1932 LICENZA EDILIZIA 27/89 25 SETTEMBRE 1989 ILLEGITTIMA
·
SICILEAS S.P.A.
00114090822
·
SIRCHIA LAURETTO 28 APRILE
1938 MORTO SOCIO SIALMA costruzioni SIRCHIA ALTADONNA SEBASTIANO
MANNINO GIUSEPPE Costruiscono in anni 80 in VIA MONTELEONE A ISOLA Possibili
licenze edilizie 53/80 54/81 68/82 52/88 27/89 27/89 ALLA SIALMA
COSTRUZIONI CANEPA SALVATORE 21 NOVEMBRE 1943 COMPONENTE DELLA
COMMISSIONE EDILIZIA E IN QUALITA DI PRESIDENTE DELLA SAMANTA COSTRUZIONI
POTREBBE AVER FAVORITO MANNINO TOMMASO, SOCIO DELLA SAMANTA COSTRUZIONI
FIGLIO DI GIUSEPPE E PADRE DI MANNINO ANGELO "DI MAGGIANO" 1950 12
MARZO ASSESSORE GIUNTA BOLOGNA 2014
·
SOCIETA’ OLIMPO
COSTRUZIONI SRL AREANA CARMELO 8 AGOSTO 1961 AMMINISTRATORE UNICO PROCURATORE
DI SPANO’ SALVATORE MARIA 15 MAGGIO 1950 LICENZA EDILIZIA 11 17 MAGGIO 2016 PARTICELLA
2384 FOGLIO 1
·
ZANGHI CORLEONE CUGINO
DI CIANCIMINO COSTITUZIONE PARTE CIVILE CONTRO MATTEO MESSINA DENARO AVV
FAUSTO AMATO E IL GIOVANE PD DI
ICELI FINANZIERE SERRA FONDO ALGEBRIS RENZI ALBERGHI PER
CONTO DI GIOTTI LEOLUCA ORLANDO PERMETTE LA PENETRAZIONE GIAMBATTISTA LO
PICCOLO LO PICCOLO SEGRETARIO COMUNE ISOLA SOCIETÀ:A.M.A. AIELLO VINCENZO
(HOTEL EUFEMIA) MANNINO GIUSEPPE ALTADONNA SEBASTIANO COSTITUITA 1980 SI
TRASFERISCE LA SEDE DELLA SOCIETÀ A
TRAPANI 220808x 28 04 38
lima
·
COORDINAMENTO
UFFICI TERRITORIALI DELL'AMBIENTE (UTA) DOTTOR DI SALVO SALVATORE VIA UGO LA
MALFA 169 90146 PALERMO salvatore.disalvo@regione.sicilia.it
·
DIPARTIMENTO TERRITORIO AMBIENTE SERVIZIO 1 VALUTAZIONI AMBIENTALI
Responsabile: Corsaro Francesco - francesco.corsaro@regione.sicilia.it
Responsabile: Corsaro Francesco - francesco.corsaro@regione.sicilia.it
·
assessorato territorio ambiente regione sicilia
onorevole cordaro avv salvatore via ugo la malfa 169 90146 palermo
·
dirigente generale dipartimento territorio e ambinte
ambiente dr battaglia giuseppe VIA UGO LA MALFA 169 90146 PALERMO dra@regione.sicilia.it
·
Responsabile
per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza REGIONE SICILIA
Avv. Emanuela Giuliano
Via generale Magliocco 46 90141 palerm0 respanticorruzione.trasparenza@regione.sicilia.it
I
ANGELA, BOLOGNA STEFANO, D'ARRIGO, EDIL FORESTALE SICULA, G.S.M. GRANULATI S.R.L, GEO SISTEMI s.r.l., MIRTO SAS, NAFEDIL, PARRA, SCAVUZZO PIETRO, SENSALE, VASSALLO GIUSEPPE, VASSALLO VINCENZO,
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